A Paolo e Mattia
Il 26 giugno 2006 alle 10.54 nasceva Mattia…un piccolo (2.8 kg) cucciolotto che a vederlo in quei momenti sembrava venuto da chissà dove con quella testolina un po’ allungata….è stata la prima cosa che ha chiesto Paolo “è normale vero?”…dopo un po’ di ore, come ci avevano detto i medici, il nostro fagiolo (per nove mesi l’abbiamo chiamato così) era di una bellezza incredibile!
L’avevamo desiderato tanto dopo che qualche mese prima del suo concepimento avevo avuto un aborto spontaneo….cose che succedono ci dissero…ci fece stare molto male quella perdita e dopo meno di sei mesi ero nuovamente incinta e tutto andava per il meglio….eravamo felici! Il parto fu una cosa bellissima…ero molto tranquilla….e conoscendomi mi sembrava molto strano…e in poche ore Mattia era nato…stavo benissimo, non sembravo neanche una donna che aveva appena partorito… I tre giorni passati in ospedale furono molto intimi per me e per il mio bambino…non mi separavo da lui nemmeno un secondo, ricordo che ho dormito pochissimo perché non riuscivo a prendere i suoi ritmi….figuriamoci se quando lui dormiva io perdevo il mio tempo a riposare…assolutamente no…stavo sempre la ad osservarlo e a coccolarmelo tutto…era finalmente nato, lo avevo finalmente con me e non riuscivo a pensare ad altro. Ero molto felice quando venivano i parenti e gli amici a trovarci…volevo che tutti vedessero il mio cucciolo…cosi piccolo ma cosi grande per l’importanza che aveva per me, per noi…e tanto contenti eravamo quando veniva Paolo, si faceva un po’ desiderare, visto che stava cercando di sistemare al meglio il suo lavoro per poi dedicarci tutto il suo tempo quando saremo venuti a casa, ma in quei momenti se lo godeva tutto…cosi piccolo tra le sue braccia cosi grandi e forti era piacevole vederli. Un pomeriggio Paolo appoggiò la sua testa sulla culla di Mattia mentre dormiva…e prese sonno anche lui…fu molto tenero vedere i miei due uomini che dormivano teneramente. In quei tre giorni non ho smesso un attimo di scattargli foto, lo tenevo sempre tra le braccia tanto che certe mamme che erano in reparto mi dicevano di lasciarlo un po’ al nido e di riposare di lasciarlo un po’ nella culla e di non tenerlo sempre in braccio perché avrei avuto un sacco di tempo per godermelo e che cosi lo avrei viziato…………SONO CONTENTA DI AVERLO FATTO E DI AVER SEGUITO IL MIO ISTINTO…. Il 29 giugno finalmente era arrivato il nostro papà preferito era venuto a prenderci, era circa mezzogiorno di una giornata tanto calda…abbiamo salutato e ringraziato tutti…quei giorni in ospedale non sono stati vissuti male anzi il personale del reparto mi ha aiutato e insegnato molto ma noi non vedevamo in ogni caso l’ora di andare a casa con il nostro papà e di cominciare finalmente la nostra nuova vita! Quel pomeriggio ci fu una bruttissima tromba d’aria che fece molti disastri…più tardi però un bel sole splendeva e mentre Paolo era in giardino a sistemare i piccoli danni io e il mio Mattia ci facevamo le passeggiate con la super carrozzina che tanto attentamente avevamo scelto per lui…ero felice… i nostri vicini erano usciti tutti a vedere il nostro piccolo e Paolo brindava con tutti! Quel giorno Mattia non mangiò molto, io avevo dei seni enormi che mi facevano anche molto male e lui povero aveva sempre fatto un po’ fatica a succhiare e con dei seni cosi ancora di più. Quella sera vennero i nonni e gli zii a festeggiare l’arrivo del loro nipotino… Quando tutti andarono via io riprovai per l’ennesima volta ad allattarlo ma non riuscivo allora continuavo a togliere il latte e a fare degli impacchi con acqua calda per vedere se magari il mio seno si sgonfiava un po’…ma niente e Mattia continuava a non mangiare….allora un po’ in preda al panico chiamai in ospedale per farmi dare dei consigli….parlai con Lucia l’ostetrica che fece nascere Mattia… mi disse che era abbastanza normale che il primo giorno con tutto il trambusto Mattia fosse un po’ sottosopra! Mi consigliò di provare a dargliene un po’ con il biberon e poi di andare a riposare e di riprovare il giorno dopo….cosi feci… Portai Mattia con la carrozzina in camera nostra e io crollai sul letto. Il 30 Paolo andò a lavoro…era il suo ultimo giorno ed ero contenta…al mattino con un po’ di difficoltà ma molto tranquillamente riuscii a dare un po’ da mangiare a Mattia, vennero anche i miei genitori mia nonna e mia sorella per coccolarselo un po’…verso le 11 arrivò anche Paolo ci fece una sorpresa di passare per casa per pranzo…gli portò anche dei regali…. Eravamo troppo contenti per mangiare allora ci siamo buttati un po’ a letto…tutti e tre assieme…e non facevamo altro che guardarlo e ridere…finalmente eravamo la con il nostro piccolo ci sembrava quasi impossibile avevamo fatto tanti progetti e finalmente potevamo realizzarli uno ad uno .Prima di andare a lavoro Paolo diede ancora un po’ di latte a Mattia e poi lo mise nella carrozzina e dopo neanche cinque minuti lo prese in braccio per salutarlo…..io stavo sistemando in cucina e Paolo all’improvviso mi chiese…”non ti sembra che sia un po’ blu?”…io sinceramente non volevo neanche girarmi perché non era la prima volta che Paolo si preoccupava e vedeva in Mattia qualcosa che non andava facendomi spaventare per niente…per esempio un giorno in ospedale mi disse che secondo lui era pallido…allora andai dalle infermiere per vedere se c’era qualcosa che non andava, stava benissimo era solamente la luce dei neon che faceva si che sembrasse di un colore un po’ + pallido…un altro giorno invece mi disse di parlare con i medici perché secondo lui aveva una gambetta un po’ storta…lo feci e il pediatra un po’ si mise a ridere perché non aveva niente…..mi girai pronta a rispondergli che doveva smetterla di farmi preoccupare…teneva in braccio Mattia ed era completamente cianotico di un colore che ancora oggi ricordo…non so cosa fece si che reagissi con cosi tanta freddezza….”corriamo in ospedale” dissi a Paolo…mi misi le ciabatte e presi le chiavi della macchina ….guidai io…non avevo il coraggio di tenere in braccio Mattia…era cosi strano era così blu…ma che razza di madre sono? Mio figlio stava morendo e io non avevo il coraggio di tenermelo vicino per l’ultima volta! quella maledetta strada sembrava cosi lunga…chiedevo a Paolo continuamente se Mattia respirava ancora…lui mi rispondeva sempre di si…cercavo di correre il più possibile… prima di arrivare in ospedale Mattia fece un super sbadiglio e Paolo ed io ci mettemmo a ridere perché era fatto veramente di gusto… Arrivati in ospedale non lo so neanch’io il perché ma ci venne spontaneo correre in maternità e non al pronto soccorso…feci scendere Paolo che corse dentro, io parcheggiai la macchina e feci le scale e i corridoi di corsa…NON SAPEVO ANCORA CHE QUELLA SAREBBE STATA L’ULTIMA VOLTA CHE VEDEVO MIO FIGLIO! All’entrata del reparto c’era Elisa che mi aspettava…un ostetrica…e mi accompagnò in pediatria dove avevano portato Mattia e dove c’era Paolo. Mi fecero sedere fuori…Paolo continuava a camminare sul corridoio…corsero tanti medici e infermieri e entrarono in quella stanza dove c’era il mio piccolo…cominciarono a farmi un sacco di domande su cosa era successo e io raccontavo continuamente tutto dalla sera prima a quei momenti…continuavo a descrivere ogni nostro movimento fatto in quelle ore…continuamente… Dentro di me sentivo che stava succedendo qualcosa di brutto…di colpo sentimmo un suono…un brutto suono…quello che segna il battito cardiaco piatto…lo abbiamo sentito più volte…io non riuscivo a credere che tutto quello stava succedendo a noi e al nostro piccolo… I medici e gli infermieri uscirono…non so quanto tempo fosse passato…non mi rendevo conto di niente…ci chiamarono dentro, io non volevo entrare…avevo paura…non volevo sentirmi dire che il mio bambino era morto…io e Paolo lo avevamo già capito…quel suono ci aveva già detto che il nostro piccolo non c’era più! Entrammo in quella stanza…ci dissero che Mattia era morto ancora prima di arrivare in ospedale ma non era vero noi lo vedevamo respirare e ancora si muoveva….in ogni caso non aveva nessuna importanza il mio cucciolo non c’era più e con lui si portò via la nostra felicità, i nostri progetti, la nostra famiglia e la nostra vita…lasciando dentro di noi un buco incolmabile fatto di rabbia, disperazione, tristezza, angoscia e pianto….Il gelo calò su di me e ancora oggi mi accompagna… Paolo era disperato, e io pensai subito a lui, il mio dolore si trasformo in attenzione nei suoi confronti. Arrivarono i nostri genitori, tutto quello che mi stava succedendo sembrava un film…niente aveva senso… Elisa mi porto in una stanza, cominciai a togliermi il latte…non so quanto tempo rimasi la…a un certo punto arrivò Paolo per dirmi che avevano chiesto il consenso per fare l’autopsia…non volevamo assolutamente farla… Non mi ricordo cosa pensavo in quei momenti, forse niente…forse tutto….so solo che ogni cosa mi sembrava irreale…. Ero ancora in quella stanza con Elisa e mia mamma….Paolo invece era rimasto in pediatria a seguire le pratiche…tornò da me più tardi dicendo che aveva parlato con il primario e che era molto importante fare l’autopsia perché era giusto capire cosa era successo per noi, per Mattia e anche per loro….non mi importava niente sinceramente…il mio bambino non c’era più e capire non sarebbe servito a niente…..invece mi convinsero e Paolo dette il consenso…. A distanza di tempo mi rendo conto che fu tra le cose più giuste che potessimo fare, non mi pentirò mai di aver preso quella decisione. Quel giorno e i giorni successivi li abbiamo vissuti come se non fosse la nostra vita…le pratiche da fare le decisioni da prendere gli amici e i parenti da avvisare….tutte cose che non rientravano nei nostri progetti…non era la nostra vita quella…quelle cose non stavano succedendo a noi….e in ogni attimo aspettavo che qualcuno mi dicesse.. “Sara è tutto uno scherzo…riprenditi Mattia..” invece quel qualcuno che ancora oggi aspetto non arrivò mai… Per molti giorni Paolo ed io non tornammo a casa nostra…troppi ricordi… Il 4 luglio ci fu il funerale di Mattia…io non volevo assolutamente vederlo prima che chiudessero quella piccola bara bianca…ma che razza di madre sono? L’ho amato e coccolato cosi tanto che non volevo che altre immagini rimanessero impresse nella mia mente…già avevo il peso di quel maledetto giorno da portare dentro di me non volevo avere anche il ricordo di mio figlio dentro a quella bara……ma poi mi feci coraggio e entrai con Paolo…tra le braccia aveva una nostra foto…non sono riuscita a stare la molto Paolo mi parlava ma non capivo…non mi sembrava mio figlio…non era lui…gli mandai un bacio e andai fuori……….tutto il resto della giornata fu solo molto confusa… Dopo un po’ di tempo mi misi su Internet e cercai assolutamente qualcosa che mi spiegasse di questa maledetta “morte bianca”….che fu la prima risposta di quanto era successo. Trovai il sito dell’Associazione e da la iniziò la mia cura…. Senza l’Associazione io non sarei riuscita a trovare la forza per affrontare tutto questo…trovare delle persone che avevano vissuto quello che stavo vivendo io con le quali potevo sfogarmi e parlare di quello che sentivo di quello che provavo e della paura di non riuscire a continuare a vivere. Il gruppo di genitori dell’Associazione mi ha aiutato e mi sta tutt’oggi aiutando ad essere forte, a farmi capire che tutto questo è inspiegabile e molto doloroso ma che si riesce a sopravvivere e a ritrovare con il tempo un po’ di serenità…mi sta aiutando a capire che l’invidia e il dolore che provo ora nel vedere altri neonati, giovani mamme con il pancione e fiocchi celesti sulle case è comprensibile, giustificabile e che con il tempo passerà…mi sta aiutando ad essere indifferente alle frasi della gente che tanto mi fanno male…a quelle frasi di quella gente che non sa cosa si prova a perdere un figlio ma che in ogni caso ti vuole dire qualcosa… a quella gente che crede che sia facile superare tutto questo e che pensa che stai bene solo perché t vede sorridere o non ti vede con le lacrime agli occhi, a quella gente che ti dice sei giovane ne avrai altri di figli, a quella gente che ti dice era piccolo (come se la sofferenza di una madre che perde suo figlio dipendesse dall’età) a quella gente che ti dice è diventato il tuo personale angioletto ….forse non sanno che preferirei avere mio figlio tra le braccia piuttosto che un angioletto!…bisogna essere forti e basta. Non finirò mai di ringraziare tutto il gruppo per l’aiuto e per la loro presenza. Dopo alcuni mesi e qualche leggera difficoltà siamo riusciti ad avere una risposta…Mattia ci ha lasciato perché soffriva di una rarissima malattia metabolica ereditaria che gli abbiamo trasmesso Paolo ed io (scoprendo cosi di essere entrambi portatori sani). Non è un caso di SIDS vero e proprio…Avere questa risposta non ci ha riportato il nostro piccolo, non ci ha fatto stare meglio, non sono smessi i sensi di colpa e i SE e i MA….ma un perché c’è ed è stato giusto saperlo! Oggi è il 26 giugno, oggi Mattia compie un anno, in questo anno molte cose sono cambiate, io per prima sono cambiata…affrontare a 25 anni un avvenimento cosi bello e importante come la nascita di un figlio e dopo poco la sua perdita ti cambia anche se non vuoi, il dolore, la tristezza la usa mancanza sono ancora molto vive dentro di me, ma è molto forte anche il ricordo e il mio amore per lui…ed è questo che mi aiuta a tirare avanti… Non è passato giorno in questo anno che io non abbia pensato a Mattia, a come sarebbe stata la nostra vita se non fosse successo tutto questo…a come sarebbe cresciuto a quanto bello sarebbe diventato ma soprattutto penso a quei bei giorni che ho avuto la fortuna di vivere assieme a lui e a quella bellissima anche se breve esperienza di essere mamma…. Un giorno forse vedrò tutto in modo un po’ più sereno e rimarranno solo i dolci e felici ricordi. GRAZIE MATTIA.
La tua mamma